La pratica di Ashtanga è molto intensa e necessita di concentrazione totale su corpo e respiro. Questo fa si che la mente venga distolta dagli schemi abituali e da pensieri di ogni genere. Durante la pratica diventa difficile distogliere l’attenzione dal proprio corpo e dal proprio respiro. Questo contribuisce ad eliminare stati ansiosi e stress.
Il respiro controllato calma la mente, ossigena il sangue, l’esecuzione delle asana dinamiche apportano benefici all’apparato cardiovascolare difficilmente riscontrabile negli altri tipi di yoga, favorisce quindi la circolazione sanguigna e linfatica e drena i liquidi in eccesso, migliorando la salute e generando un senso di benessere profondo. Aumenta la resistenza, la forza e la flessibilità
Praticare con costanza Ashtanga yoga, porta a sviluppare forza, salute e benessere a livello fisico e mentale.
L’ashtanga si compone di quattro parti fondamentali:
asana, respirazione, attivazione dei bandha e volgere lo sguardo (drishti.)
Praticando questa disciplina il fluire dell’energia viene avvertito costantemente e si scoprono in fretta le zone bloccate o comunque quelle parti dove c’e’ un rallentamento del libero flusso energetico.
Il Vinyasa, ossia la respirazione sincronizzata con il movimento del corpo è parte integrante dell’ashtanga. Insieme all’attivazione dei bandha, provoca un intenso calore che purifica ogni parte del corpo stimolando la produzione di ormoni da parte delle surrenali.
Il Vinyasa ripristina la circolazione sanguigna, rende il corpo forte e leggero e la mente stabile.
La pratica si basa su sequenze preimpostate, che possono essere effettuate più o meno lentamente, adattando la frequenza respiratoria alle asana.
L’Ashtanga Yoga è infatti basato su 6 serie di posizioni (sequenze) con un ordine ben preciso.
La prima serie richiede dai 75 minuti a due ore per essere completata, secondo la velocità di esecuzione. Inizia con due sequenze di saluti al sole: Surya e Namaskara, seguono le posizioni in piedi, sedute, piegamenti all’indietro e le posizioni invertite. Termina in Savasana.
Questa serie è creata per rigenerare tutto il corpo, riequilibrarlo ed eliminare atteggiamenti e posture scorrette.
Una volta appresa correttamente la prima serie si passa alla seconda, fino ad arrivare dopo anni di pratica e di esperienza alle sequenze avanzate che richiedono grandissima forza e flessibilità.
Drishti
Praticare il drishti significa direzionare lo sguardo, rendendo più facile il fluire dell’energia.
In ogni posizione e in ogni passaggio tra un’asana e l’altra, la direzione dello sguardo è importante perchè rappresenta l’intenzione e la focalizzazione. Nello yoga ci sono sette drishti fondamentali che sono:
Nasagrai – sulla punta del naso. Volgere lo sguardo verso la punta del naso apre il canale centrale del cervello armonizzando i due emisferi cerebrali.
Broomadya – tra le sopracciglia apre il terzo occhio, Ajna chakra
Nabi -ombelico rivitalizza e attiva Manipura chakra canalizzando l’energia dalla mente verso il centro del corpo.
Padahayoragrai – Pollice Esercita una stimolazione del Meridiano del polmone
Hastagrai – mano Guardare le mani durante l’esecuzione regala un senso di equilibrio e di stabilità
Parsva Drishti guardare un punto a destra o a sinistra Aiuta a perfezionare l’asana
Urdhva Drishti e Antara Drishti guardare in su, porta l’energia verso l’alto e permette di espandere fianchi e schiena, rendendo l’asana più leggera
Ringrazio il maestro Max Czenszak per avermi permesso di pubblicare i suoi video.
http://www.maxashtanga.com